Il senso di padronanza

Nel testo di cui vi abbiamo parlato nel precedente blog, la collega Rita D’Alfonso fa riferimento al senso di padronanza dell’anziano fragile: l’avere cioè ancora voce in capitolo, l’avere ancora autorità nel prendere decisioni. Ho trovato molto interessante questo passaggio poiché, sia in struttura che nel domicilio, le relazioni dei familiari o dei professionisti della cura, di frequente scivolano verso il “me ne occupo io”. Mentre cerchiamo di alleggerire e sostenere l’altro, non siamo probabilmente consapevoli del nostro sostituirci all’altro, pur sempre con ottimi intenti. Ci basterebbe un momento di riflessione, basterebbe immaginare per un solo attimo di essere lì, al posto suo, per sentire tutto il dolore del non essere considerato. Siamo così concentrati sul fare, sul risolvere situazioni difficili, sul cercare soluzioni, che ci perdiamo questo grande bisogno dell’anziano, quello di valere ancora.
Anche nei confronti di un anziano compromesso nella cognitività è possibile rispettare il senso di padronanza a mio parere. Può ancora esprimere infatti, se non opinioni e concetti complessi, sicuramente emozioni. La Persona anziana fragile, qualsiasi sia la sua fragilità, dovrebbe sempre avere voce. Se vuole andare via è vero che noi non possiamo lasciarglielo fare. Ma con la validazione diamo ascolto e consideriamo il motivo per cui vuole andarsene e questo rispetta il senso di padronanza.

scritto da Cinzia Siviero
il 20 Maggio 2019

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