Ilaria Giardini
Ilaria Giardini
Formatrice certificata
La passione per la Psicogerontologia, nata negli anni degli studi universitari, la porta a conoscere il Centro Diurno Alzheimer “Margherita” di Fano, dove nel 2014 inizia a lavorare con l’equipe, scoprendo la ricchezza nella relazione con l’anziano fragile. Si laurea in Psicologia Clinica ma sente sempre più vicino a lei anche il ruolo di Educatrice; inizia così un percorso formativo a più livelli che la porterà a ricevere l’abilitazione come Psicologa, a diventare Educatrice Professionale e a formarsi come Operatore Validation di primo e secondo livello, fino a conseguire nel 2020 il diploma di Formatrice Validation. Per Labirinto, Cooperativa Sociale in cui lavora, collabora inoltre nel servizio WellCome, nato per accompagnare le famiglie nella scelta di assistenti familiari, si occupa della formazione interna e dei corsi per Operatori Socio-Sanitari. Svolge attualmente con passione il ruolo di Coordinatrice dell’equipe del Centro Diurno dal quale tutto ebbe inizio.
Quale è la cosa più significativa nel metodo a tuo parere?
La cosa più significativa credo sia anche ciò che lo ha reso così affascinante ai miei occhi sin da subito: la sua solida struttura. Naomi Feil ebbe una magica intuizione, seppe osservare e seppe rispondere ad una realtà da molti abbandonata riuscendo a riconoscere che non poteva esistere un metodo comunicativo efficace senonché sostenuto da valide fondamenta. Si ispirò a numerosi teorici da Rogers a Maslow, da Freud a Jung per creare gli undici Principi che guidano da allora le azioni degli operatori verso un atteggiamento convalidante. Mi piace pensare a noi operatori come ad alberi, capaci di tendere i propri rami verso le persone che ci circondano senza però perdere l’equilibrio, grazie a radici ben salde. Trovo infatti che la significatività del metodo Validation sia l’essere un perfetto mix di Tecniche e Atteggiamento di base avendo però una solida struttura teorica.


Ilaria Giardini
Formatrice certificata
La passione per la Psicogerontologia, nata negli anni degli studi universitari, la porta a conoscere il Centro Diurno Alzheimer “Margherita” di Fano, dove nel 2014 inizia a lavorare con l’equipe, scoprendo la ricchezza nella relazione con l’anziano fragile. Si laurea in Psicologia Clinica ma sente sempre più vicino a lei anche il ruolo di Educatrice; inizia così un percorso formativo a più livelli che la porterà a ricevere l’abilitazione come Psicologa, a diventare Educatrice Professionale e a formarsi come Operatore Validation di primo e secondo livello, fino a conseguire nel 2020 il diploma di Formatrice Validation. Per Labirinto, Cooperativa Sociale in cui lavora, collabora inoltre nel servizio WellCome, nato per accompagnare le famiglie nella scelta di assistenti familiari, si occupa della formazione interna e dei corsi per Operatori Socio-Sanitari. Svolge attualmente con passione il ruolo di Coordinatrice dell’equipe del Centro Diurno dal quale tutto ebbe inizio.
Quale è la cosa più significativa nel metodo a tuo parere?
La cosa più significativa credo sia anche ciò che lo ha reso così affascinante ai miei occhi sin da subito: la sua solida struttura. Naomi Feil ebbe una magica intuizione, seppe osservare e seppe rispondere ad una realtà da molti abbandonata riuscendo a riconoscere che non poteva esistere un metodo comunicativo efficace senonché sostenuto da valide fondamenta. Si ispirò a numerosi teorici da Rogers a Maslow, da Freud a Jung per creare gli undici Principi che guidano da allora le azioni degli operatori verso un atteggiamento convalidante. Mi piace pensare a noi operatori come ad alberi, capaci di tendere i propri rami verso le persone che ci circondano senza però perdere l’equilibrio, grazie a radici ben salde. Trovo infatti che la significatività del metodo Validation sia l’essere un perfetto mix di Tecniche e Atteggiamento di base avendo però una solida struttura teorica.